Olio extravergine al ristorante
- Michela Di Maria
- 2 mag 2014
- Tempo di lettura: 1 min
Perchè nell'oliera del ristorante non trovo più l'olio extravergine di oliva?
Come mai è sempre fornito a parte nella sua bottiglia originale, con tanto di etichetta?
Dal novembre 2014 in Italia non è più possibile esporre sui tavoli dei ristoranti, pizzerie e luoghi pubblici di consumo di alimenti, l'olio extravergine di oliva nella classica oliera riutilizzabile e quindi riempibile più volte con oli diversi rispetto a quello descritto in etichetta.
E' stata disposta questa regola per tutelare i consumatori dalla truffa di mescolamento o sostituzione dell'olio extravergine di oliva con oli di altra natura e di minore pregio, a salvaguardia del patrimonio enogastronomico di eccellenza italiano.
Pertanto cosa troveremo adesso a disposizione nell'oliera, o in bottiglia a parte?
Una bottiglia con un tappo che tecnicamente viene chiamato antirabbocco: non si può togliere, né svitando, né forzando e non consente il riempimento dall'alto in quanto dotato di valvole che consente l'uscita dell'olio ma impedisce il suo riempimento successivo.
Non dimentichiamo che l'olio, affinché mantenga più a lungo le sue pregiate caratteristiche organolettiche (odore, colore e sapore) e non vada incontro ad ossidazione, va conservato al riparo dalla luce, in bottiglie scure e/o ricoperte, e dall'ossigeno, in recipienti con collo stretto, mantenuti sempre tappati e di dimensioni tali che il contenuto venga utilizzato nel minor tempo possibile. Ricordiamo inoltre il detto “Olio nuovo, vino vecchio” che ci suggerisce di non consumare l'olio dopo tempi lunghi dalla produzione. Pertanto, considerando che mediamente un olio riporta un termine minimo di conservazione di 18 mesi, una buona scelta è rivolgersi ad un olio che “scada” tra i sei e i dodici mesi dall'acquisto.

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